Rinnovata Quota 103: in pensione a 62 anni, ma occhio alle penalizzazioni

Quota 103 rimarrà in vigore per un ulteriore anno. Ma conviene davvero accedervi? Ecco tutto quello che bisogna sapere.

La Manovra finanziaria ha deciso di includere anche Quota 103 tra gli strumenti di flessibilità in uscita utilizzabili per anticipare di qualche anno il pensionamento. Per il 2025, sono stati confermati i due requisiti dei 62 anni di età e dei 41 anni di contribuzione, da maturare entro il prossimo 31 dicembre.

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Anche nel 2025 si potrà andare in pensione in anticipo con Quota 103 (governarelascuola.it)

Ai fini del raggiungimento dell’anzianità contributiva, sono valide tutte le tipologie di versamenti accreditati presso le Gestioni previdenziali INPS (sono, dunque, esclusi quelli presso le Casse professionali). Per l’erogazione dell’assegno, tuttavia, è previsto il rispetto di una finestra mobile di 7 mesi, per i lavoratori privati, o di 9 mesi, per i lavoratori pubblici, decorrente dalla data di maturazione dei requisiti richiesti.

Quota 103, inoltre, non consente il cumulo della pensione con i redditi da lavoro (sia autonomo sia privato), a meno che non si tratti di compensi occasionali inferiori a 5 mila euro all’anno. Ma questa non è l’unica penalizzazione economica.

Quota 103: tagli sull’assegno pensionistico e limiti da rispettare

Quota 103 è stata prorogata, nonostante il numero di beneficiari oggettivamente cospicuo dello scorso anno. Secondo le stime INPS, infatti, circa 1.600 lavoratori hanno deciso di aderire alla misura. Il motivo dell’insuccesso è legato principalmente al ricalcolo completamente contributivo dell’assegno pensionistico spettante che, in alcuni casi, comporta un taglio di circa il 17%.

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Quota 103 comporta una penalizzazione sull’assegno spettante (governarelascuola.it)

Ad esempio, su una pensione lorda di 2 mila euro di un dipendente pubblico, la penalizzazione arriverebbe a circa 340 euro al mese. Ma è prevista anche un’altra limitazione perché, fino al raggiungimento dei 67 anni di età, l’assegno non può essere superiore a una cifra pari a quattro volte il trattamento minimo INPS, ossia 2.394,44 euro lordi al mese.

L’Istituto di Previdenza, inoltre, mette a disposizione dei contribuenti un servizio molto utile, consistente in un simulatore della pensione. Basta andare sul portale web dell’INPS e accedere con una delle credenziali digitali SPID, CIE o CNS. In home page, poi, bisogna cliccare su una delle seguenti icone:

  • Lavoratori con contribuzione versata al Fondo pensioni lavoratori dipendenti“;
  • Lavoratori con contribuzione versata alla Gestione Separata”;
  • “Iscritti alla Gestione Dirigenti di aziende industriali“;
  • Lavoratori con contribuzione versata agli altri fondi e gestioni amministrate dall’INPS“.

Inserendo i dati richiesti, sarà possibile calcolare l’assegno previdenziale. In ogni caso, per avere un’idea più dettagliata del possibile importo della pensione ottenuta con Quota 103, è opportuno ricordare che le pensioni integrate al trattamento minimo nel 2025 ammonteranno a 616,67 euro.

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