La Legge di Bilancio ha apportato delle modifiche all’attuale meccanismo di defiscalizzazione per alcuni lavoratori. Ecco le nuove regole.
Per effetto del nuovo taglio del cuneo fiscale deciso dalla Manovra finanziaria, dal mese di gennaio, le buste paga di alcuni lavoratori saranno interessate da un aumento. A seconda del reddito posseduto, verrà riconosciuto un Bonus IRPEF esentasse oppure una detrazione fiscale pari a un massimo di mille euro.
Questo meccanismo di defiscalizzazione è stato ideato per avvantaggiare una platea più vasta di contribuenti ma, in alcuni casi, potrebbero esserci degli svantaggi rispetto all’attuale sistema del taglio del cuneo fiscale, soprattutto per coloro che hanno redditi superiori a 20 mila euro. Vediamo, dunque, come funzionerà il nuovo regime e quali effetti produrrà sugli stipendi.
Nuovo taglio del cuneo fiscale: ecco come cambiano gli stipendi
Il taglio del cuneo fiscale riguarderà esclusivamente i lavoratori dipendenti che rispetteranno determinati parametri reddituali. Nel dettaglio, coloro che hanno un reddito fino a 20 mila euro, otterranno una maggiorazione sullo stipendio pari al:
- 7,1%, per i redditi fino a 8.500 euro annui;
- 5,3%, per i redditi tra 8.500 e 15 mila euro;
- 4,8%, per i redditi tra 15 mila e 20 mila euro.
Per i lavoratori dipendenti che guadagnano trai 20 mila e i 40 mila euro, invece, la defiscalizzazione sarà applicata in maniera differente. In particolare, per i redditi tra 20 mila e 32 mila euro, è prevista la detrazione fiscale di mille euro. Per i redditi superiori a 32 mila ma fino a 40 mila euro, invece, l’ammontare della detrazione equivarrà al prodotto tra mille euro e il risultato di tale operazione: (40 mila euro – il reddito complessivo) : 8 mila x 1.000.
I benefici verranno riconosciuti in maniera automatica in busta paga e, dunque, i lavoratori non dovranno presentare alcuna istanza.
Effetti della defiscalizzazione per i lavoratori dipendenti
Quali saranno le conseguenze del nuovo meccanismo di taglio del cuneo fiscale? Secondo le prime stime del Ministero dell’Economia e delle Finanze, dovrebbe esserci un incremento di circa 83 euro al mese per i redditi fino a 35 mila euro e di circa 57 euro per quelli compresi tra 38 mila e 40 mila euro.
Il discorso cambia per i redditi inferiori. Nel dettaglio, fino a 20 mila euro, ci sarà una differenza di un euro in negativo o positivo; da 20 mila e 35 mila euro di reddito, dovrebbe esserci una penalizzazione dai 9 ai 57 euro e, infine, da 35 mila a 40 mila euro, gli effetti saranno positivi per tutti.