Batosta pensioni 2025: i nuovi coefficienti di calcolo sono sfavorevoli per i più giovani

Il Ministero del Lavoro ha diffuso i coefficienti di trasformazione per la determinazione dell’importo della pensione. Quali novità celano?

Per calcolare l’ammontare dell’assegno pensionistico con il metodo contributivo sono necessari i cd. coefficienti di trasformazione. Si tratta di valori che consentono di tramutare il versante contributivo accumulato dal lavoratore durante l’intera carriera in pensione annua.

pensioni 2025
Aggiornati i coefficienti per le pensioni 2025 (governarelascuola.it)

Tali coefficienti non sono uguali per tutti, ma dipendono dall’età anagrafica posseduta al momento del congedo, dai 57 ai 70 anni. Quanto più elevata è l’età del pensionato tanto più ricca sarà la prestazione. I parametri, inoltre, vengono adeguati ogni due anni alle aspettative di vita della popolazione e, quasi sempre, diventano meno convenienti col passare del tempo.

Quali sono i coefficienti di trasformazione applicabili per il prossimo biennio e a quanto ammonteranno le pensioni italiane? Vediamo cosa ha stabilito l’ultimo Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Pubblicati i nuovi coefficienti di trasformazione per le pensioni: cosa cambia da gennaio?

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha comunicato, con il Decreto n. 436 del 20 novembre 2024, i coefficienti di trasformazione del montante contributivo.

coefficienti pensione
I coefficienti sono legati all’età di uscita dal mondo del lavoro (governarelascuola.it)

Questi ultimi, come anticipato, sono stati rivalutati all’aspettativa di vita. Dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026, si applicheranno i seguenti nuovi parametri, che contemplano una riduzione dall’1,5% al 2,18%:

  • 4,204% a 57 anni di età;
  • 4,308% a 58 anni di età;
  • 4,419% a 59 anni di età;
  • 4,536% a 60 anni di età;
  • 4,661% a 61 anni di età;
  • 4,795% a 62 anni di età;
  • 4,936% a 63 anni di età;
  • 5,088% a 64 anni di età;
  • 5,250% a 65 anni di età;
  • 5,423% a 66 anni di età;
  • 5,608% a 67 anni di età;
  • 5,808% a 68 anni di età;
  • 6,024% a 69 anni di età;
  • 6,258% a 70 anni di età;
  • 6,510% a 71 anni di età.

Il meccanismo di conversione con i coefficienti aggiornati

Come si applicano i coefficienti di trasformazione? La procedura non è complicata e un esempio può agevolarne la comprensione da parte dei Lettori. Supponiamo che Tizio abbia iniziato a lavorare nel 1996 e abbia accumulato 7 mila euro di contributi per 20 anni, maturando un montante di 170 mila euro. Per scoprire l’importo della pensione annua lorda, è sufficiente moltiplicare 170 mila euro per il coefficiente di trasformazione corrispondente all’età anagrafica di pensionamento del lavoratore.

Per tale motivo, la cifra della pensione cresce all’aumentare dell’anzianità anagrafica. Ad esempio, a 62 anni, l’assegno lordo ammonterebbe a circa 8.151 euro annui, mentre a 71 anni a 11.067 euro lordi.

Ai fini dell’assegnazione del coefficiente di trasformazione, inoltre, bisogna considerare anche le frazioni di anno dell’età del lavoratore. Nel dettaglio, la legge stabilisce l’aumento di tanti dodicesimi della differenza tra il coefficiente fissato per l’età immediatamente superiore a quella del contribuente e il coefficiente fissato per l’età inferiore, per quanti sono i mesi tra la data di raggiungimento dell’età e la decorrenza della pensione.

Gestione cookie