Per i dirigenti che vanno in pensione:attenzione agli errori!_Maggio 2014
PER I DIRIGENTI CHE VANNO IN PENSIONE
ATTENZIONE AGLI ERRORI!
Per scelta individuale, o perché collocati a riposo d’ufficio dall’Amministrazione, molti dirigenti andranno in pensione il prossimo primo settembre; anche quest’anno li vogliamo mettere sull’avviso: purtroppo, non si può dare per scontato che tutto vada bene.
Riportiamo alcuni casi di errori macroscopici:
1-A chi scrive, hanno sbagliato sia la pensione che la buonuscita; c’è voluta un po’ di fatica e circa sei mesi di tempo per mettere le cose a posto, ma perché l’intervento è stato immediato.
2-Recentemente, abbiamo dovuto "mettere a posto" la situazione di una collega di Roma andata in pensione nel 2010 (!): l'errore è stato riconosciuto, ma l’INPS ha comunicato impiegherà due anni(!) per rideterminare la pensione
3-In questo momento stiamo seguendo il caso di una Dirigente di Catania, andata in pensione nel 2012: quanto tempo ci vorrà per risolvere la questione? Soprattutto: ci riusciremo, o la collega dovrà andare in tribunale?
Se non si vogliono sorprese e, nel caso ci siano, se si vogliono correggere subito gli errori, è necessario che i pensionandi seguano passo passo tutto il procedimento che porta alla pensione, in modo da poter intervenire in tempo reale.
Bisogna tener ben presente che nel percorso che porta alla pensione ci sono due momenti distinti:
1-Una prima fase, di competenza della nostra Amministrazione
2-Una seconda fase, di competenza dell’Inps/Inpdap, che agisce sulla base di quanto comunicato dalla nostra Amministrazione.
Vediamo allora gli adempimenti di competenza dell’Amministrazione e quelli di competenza dell’Inps/Inpdap, distinguendo tra pensione e buonuscita.
1-GLI ADEMPIMENTI DELL’AMMINISTRAZIONE-LA PENSIONE
L’Amministrazione deve produrre alcuni atti indispensabili, che vanno emessi entro giugno, massimo i primi di luglio, e vanno inviati all'INPS.
Importante: l’Amministrazione ne dovrebbe inviare una copia anche agli interessati; nel caso non lo faccia, gli interessati al massimo entro metà luglio devono richiedere una copia di tutti gli atti sotto riportati, perché il primo controllo da fare è proprio su questi atti prodotti dall’Amministrazione.
Se questi atti, infatti, contengono degli errori, è inevitabile che ci siano degli errori anche nella determinazione dell’importo della pensione e della buonuscita da parte dell’Inps.
La determinazione dei periodi contributivi
Per prima cosa, l’Amministrazione deve procedere alla determinazione dei periodi contributivi utili per la pensione e la buonuscita.
Nel caso non sia ancora stato fatto, vanno definite le pratiche di ricongiunzione, riscatto e computo sia per la pensione che per la buonuscita, naturalmente quelle di competenza dell’Amministrazione.
Se invece le pratiche sono già state definite e l’interessato ha già pagato quanto dovuto, copia degli avvenuti pagamenti va trasmesso all’Inps.
A quanto comunicato dall’Amministrazione, andranno aggiunti eventuali periodi riscattati dall’interessato direttamente all’Inps.
Si tratta di una procedura alquanto laboriosa, che è però possibile controllare se l’interessato è in possesso di tutti i dati relativi al servizio, ai periodi soggetti a ricongiunzione, riscatto o computo, alle domande a suo tempo inoltrate.
Consigliamo di preparare un prospetto dove siano riportati i diversi periodi contributivi e la relativa durata, in modo da calcolarsi il totale del servizio utile per la pensione e la buonuscita; il prospetto da noi costruito andrà confrontato con quello che verrà definito dall’INPS.
Il prospetto dati per la pensione
L’Amministrazione invia poi all’Inps/Inpdap un “Prospetto dati per trattamento di pensione”; si tratta di un riassunto di quanto guadagnato dall’interessato a partire dal 1993 fino alla data cessazione dal servizio.
Perché si inizia dal 1993? Anche se non tutti lo sanno, nel sistema retributivo il totale della pensione è determinato dalla somma di due quote:
-una prima quota, che va dall’inizio della contribuzione fino al 1992, che viene calcolata sulla base dell’ultimo stipendio, chiamata “Quota A”
-una seconda quota, che inizia dal primo gennaio 1993 fino al 31 dicembre 2011, chiamata “Quota B”, che si calcola sulla media delle retribuzioni degli ultimi dieci anni.
Dopo la riforma Fornero, a queste due quote va infine aggiunta quella calcolata con il sistema contributivo, una “Quota C” dal primo gennaio 2012 al pensionamento.
Purtroppo, ancora oggi l'Amministrazione usa un modello meccanografico che è stato “concepito” prima dell’attribuzione della dirigenza, più esattamente tiene conto della struttura della retribuzione stabilita dal CCNL del 1995; non c’è stato verso di far adottare al MIUR un nuovo modello che tenesse conto della nuova struttura della retribuzione post-dirigenza, si è andato avanti inserendo le nuove voci retributive in quelle vecchie.
E’ facile capire che questo modello obsoleto può dar luogo ad errori da parte della stessa Amministrazione e/o può essere facilmente male interpretato dalle sedi provinciali dell’Inps, tanto più che nel modello meccanografico da nessuna parte è riportata la qualifica di “Dirigente Scolastico”.
Di conseguenza, sono possibili gli errori; questi i più comuni:
1- Per i dirigenti ex presidi incaricati non viene riportata l'indennità di funzioni superiori, per il periodo di servizio prestato come preside incaricato, e/o l’assegno ad personam, per il periodo di servizio prestato da dirigente: il controllo è assolutamente necessario!
2-Non vengono riportate per intero le “Retribuzioni accessorie”; l’Amministrazione è a conoscenza della retribuzione di risultato, ma non conosce gli incarichi aggiuntivi e le reggenze, che vanno certificate dagli Enti erogatori, che sia la stessa scuola o il Tesoro, e poi inserite nel prospetto
3-Non viene riportata in modo corretto la quota variabile della retribuzione di posizione e la retribuzione di risultato, che possono variare individualmente di anno per anno e vanno aggiornate in base ai contratti regionali pro-tempore vigenti
2-GLI ADEMPIMENTI DELL’AMMINISTRAZIONE-LA BUONUSCITA
Qui le cose sono molto più semplici, il prospetto è in genere di sole due pagine.
Nella prima vengono indicati i “Servizi e periodi valutabili”; importante: vengono indicati solo i periodi con versamenti all’Inps, a cui l’Ente aggiungerà gli eventuali servizi o periodi ammessi a riscatto.
Nella seconda pagina vengono indicati:
1-La retribuzione annuale; al solito, le voci sono alquanto strane, ma per fare il controllo basta fare la somma delle diverse voci fisse dello stipendio desunte dal cedolino, moltiplicarle per 13 e vedere che coincidano con la somma indicata dall’Amministrazione.
2-Gli eventuali pagamenti già effettuati per i servizi e periodi riscattati
3-GLI ADEMPIMENTI DELL’INPS-LA PENSIONE
L’Inps comunica in prima battuta solo l’importo della pensione, con molta calma invia poi una Determinazione Dirigenziale contenente un prospetto che indica come l’Istituto è arrivato a determinare l’importo della pensione di cui sopra.
Fondamentale: solo se si è in possesso della Determinazione Dirigenziale è possibile controllare l'esattezza della pensione.
Comunque, per prima cosa va fatto un controllo alla grossa non appena arriva la prima comunicazione; con 40 anni di servizio, l'importo della pensione dovrebbe essere quasi pari dello stipendio in godimento: se lo stipendio era di 3.000 euro, la pensione dovrebbe collocarsi intorno ai 2.900 euro.
Se l’importo è inferiore, bisogna attivarsi immediatamente per fare i controlli.
Lo ripetiamo: è possibile fare i controlli solo se si è in possesso della Determinazione Dirigenziale; come già detto, l'INPS la invia con molto ritardo o non la invia per niente, per cui è bene andare a prendersela all'INPS, tanto più se c'è il sospetto che ci siano errori.
Bisogna tener presente che l'errore è sempre un "errore umano", perché se i dati sono precisi e ben inseriti, il procedimento automatizzato non permette errori.
Ad esempio, per chi scrive l’errore è dipeso dal fatto che l’impiegato, al momento di inserire la retribuzione di posizione, ha pigiato il tasto “Salario Accessorio” anziché quello “Retribuzione Fissa e Fondamentale”: così sono spariti 500 euro dalla pensione! Lo stesso è accaduto per la collega di Catania citata all'inizio.
4-GLI ADEMPIMENTI DELL’INPS-LA BUONUSCITA
Qui le cose sono alquanto più semplici; anche in questo caso l’Inps/Inpdap calcola la buonuscita tramite una Determinazione Dirigenziale a cui è allegato un prospetto.
Gli errori sono molto meno frequenti, ma è sempre bene controllare.
GOVERNARELASCUOLA è a disposizione per consulenze e per chi ha bisogno di aiuto nel caso sia vittima di errori