DALLA DISPARITA’ ALL’UNIFORMITA’. QUANTO COSTA?
DALLA DISPARITA’ ALL’UNIFORMITA’
QUANTO COSTA?
I sindacati hanno cercato di affrontare il problema della disparità, prima in sede di CCNL e poi nel confronto con il MIUR, spostando dal livello regionale a quello nazionale la determinazione della retribuzione di posizione/quota variabile e della retribuzione di risultato.
L’impresa si è rivelata però impossibile, al punto che è dovuta intervenire la Legge di Bilancio 2022 che ha ripristinato la contrattazione regionale per tre anni scolastici, a partire dal 2019/2020.
A parte ogni altra considerazione, ci si è scontrati contro un ostacolo insormontabile: la mancanza di risorse; proviamo allora a calcolare il costo dell’ “operazione uniformità”.
La spesa per la posizione variabile
Il punto di partenza è l’importo della retribuzione di posizione/quota variabile oggi vigente nelle diverse regioni; il punto irrinunciabile per arrivare all’uniformità è che nessun Dirigente Scolastico italiano ci vada a rimettere.
La retribuzione di posizione/quota variabile viene infatti corrisposta mensilmente negli importi stabiliti dai CIR 2016/2017 e nessuno deve andare a percepire meno di quanto percepisce attualmente, perché questo significherebbe anche restituire parte di quanto percepito negli ultimi anni.
Per ottenere questo risultato c’è un unico sistema: prendere a riferimento gli importi più alti oggi vigenti ed allineare a questi importi le retribuzioni di tutti i Dirigenti Scolastici italiani; ricordiamo quali sono gli importi di cui stiamo parlando:
FASCIA |
IMPORTO MASSIMO |
REGIONE |
PRIMA FASCIA |
20.578,99 |
LIGURIA |
SECONDA FASCIA |
16.491,85 |
PIEMONTE |
TERZA FASCIA |
11.804,69 |
PIEMONTE |
Questo vuol dire che molti Dirigenti Scolastici italiani percepirebbero fior di aumenti, altri percepirebbero molto poco e quelli delle regioni sopra indicate…non percepirebbero niente! Del resto, se oggi c’è disparità, l’uniformità a livello nazionale significa colmare questa disparità e stabilire degli importi uguali per tutti, a prescindere dalla regione in cui si presta servizio.
Questa operazione naturalmente ha un costo, che andiamo a quantificare; questa la spesa dell’uniformità:
SPESA POSIZIONE VARIABILE |
|||
FASCIA |
NUMERO |
IMPORTO MASSIMO |
SPESA |
PRIMA FASCIA |
1.147 |
20.578,99 |
23.602.043,63 |
SECONDA FASCIA |
5.352 |
16.491,85 |
88.267.679,57 |
TERZA FASCIA |
1.147 |
11.804,69 |
13.538.798,96 |
TOTALE |
7.646 |
|
125.408.522,16 |
L’uniformità comporta, per il corrente anno scolastico, una spesa di 125.408.522,16 euro; andiamo ad illustrare la tabella.
Per prima cosa, noi abbiamo preso a riferimento l’organico del corrente anno scolastico, né può essere altrimenti, perché il CCNL 2016/2018, all’art. 48, comma 2 stabilisce che “La retribuzione di posizione è definita, per tutte le posizioni dirigenziali di cui al presente articolo, ivi comprese quelle prive di titolare…”.
Per determinare la retribuzione di posizione/quota variabile fino ad oggi si è tenuto conto solo dei Dirigenti Scolastici in servizio, a partire dall’a.s. 2019/2020 vanno presi in considerazione tutti posti in organico, che per l’anno scolastico in corso sono i 7.646 posti riportati in tabella.
Abbiamo poi ipotizzato che il 15% delle scuole italiane venga inserito in prima fascia, il 70% in seconda e il 15% in terza, eliminando la quarta fascia.
Con il FUN 2021/2022 bisogna quindi finanziare la spesa di 125.408.522,16 euro di posizione/parte variabile; con il FUN, però, vanno finanziate anche altre spese, che andiamo a vedere.
Le altre spese
Ci sono altre spese che vanno finanziate con il FUN:
-la retribuzione di risultato; se consideriamo un 15% della retribuzione di posizione/parte variabile, fanno 18.811.278,32 euro
-applicazione legge 178/2020; l’applicazione della Legge comporta un aumento di organico del 4,84%, con conseguente aumento della spesa per un ammontare di 6.978.985,90 euro
-retribuzione di posizione/parte fissa, per un importo di 96.072.831,06 euro.
Considerando tutte le spese, il totale da finanziare è pari a 247.271.617,44 euro, come di seguito analiticamente indicato:
SPESE |
|
POSIZIONE VARIABILE |
125.408.522,16 |
RISULTATO |
18.811.278,32 |
LEGGE 178/2020 |
6.978.985,90 |
POSIZIONE FISSA |
96.072.831,06 |
TOTALE |
247.271.617,44 |
La situazione del corrente anno scolastico la possiamo considerare una situazione a regime, nel senso che l’organico dei Dirigenti Scolastici è ormai consolidato e le variazioni annuali sono minime; quelle sopra indicate sono quindi le spese aggiuntive da finanziare se si vuole arrivare all’uniformità nazionale.
L’insufficienza delle risorse
Le risorse disponibili a legislazione invariate non sono assolutamente sufficienti per finanziare la spesa sopra indicata; dopo la firma del CCNL 2016/2018 il FUN ammonta infatti a 212.470.226,08 euro, come di seguito analiticamente indicato:
FUN PREVIGENTE |
140.199.447,06 |
INCREMENTO CCNL ART. 41, COMMA 1 |
2.896.592,00 |
INCREMENTO CCNL ART. 41, COMMA 2 |
69.374.187,02 |
TOTALE |
212.470.226,08 |
Mancano all’appello 34.801.391,36 euro!
Gli stanziamenti aggiuntivi
Come ben si sa, sono stati disposti in più tappe diversi stanziamenti aggiuntivi, qui consideriamo solo quelli permanenti che ci possono far vedere la situazione a regime; naturalmente anche quelli una tantum vanno a confluire nel FUN, ma si tratta di tappabuchi che hanno effetti temporanei.
Questi gli stanziamenti permanenti con le relative decorrenze:
STANZIAMENTI PERMANENTI |
||
ANNO |
LORDO STATO |
LORDO DIPENDENTE |
2020 |
30.000.000,00 |
21.679.433,44 |
2021 |
30.000.000,00 |
21.679.433,44 |
2022 |
50.000.000,00 |
36.132.389,07 |
Come si vede, la spesa di finanziare e gli stanziamenti aggiuntivi praticamente coincidono; questo vuol dire che se si vuole arrivare all’uniformità, praticamente non ci sono margini per il rinnovo del contratto, se non per quanto attiene agli stanziamenti generali finalizzati al recupero del tasso di inflazione sulla retribuzione fissa.
Non per niente abbiamo parlato di contratto zoppo…(VEDI).