Il nuovo governo e la scuola

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IL GOVERNO LETTA E LA SCUOLA

MAGGIO 2013

Finalmente, abbiamo un Governo! Certo, non sembra destinato a durare a lungo, se lo stesso Presidente del Consiglio si è dato una prospettiva temporale di 18 mesi.

Al MIUR, abbiamo di nuovo un Ministro ex professore universitario, chissà se avremo mai un Ministro proveniente dalla scuola, un docente o magari un dirigente scolastico; speriamo solo di non ricominciare con le fumosità che fanno immagine, ma che non incidono sulla scuola reale.

A proposito di fumosità: se la prospettiva del Governo è di breve durata, perché non concentrarsi sul funzionamento delle istituzioni scolastiche, perché non mettere al centro dell’azione di governo, una volta tanto, la buona amministrazione? Vasto programma, avrebbe detto qualcuno…

Indichiamo comunque anche due campi d’intervento di portata più vasta.

Il centro dell’azione riformatrice dovrebbe essere la revisione della seconda parte della Costituzione ed uno dei punti focali dovrebbe essere l’abolizione delle province; se si tiene conto che l’Amministrazione periferica del MIUR è tutt’ora basata sull’ambito territoriale provinciale, non potrebbe essere questa l’occasione per una ridefinizione delle competenze gestionali/amministrative dello Stato, delle Regioni e degli EE.LL. in tema di istruzione e formazione? Se poi si andasse anche una chiara ridefinizione delle competenze legislative di Stato e Regioni, la Corte Costituzionale avrebbe sicuramente meno lavoro…

In questa linea, la riconferma del sottosegretario Rossi Doria potrebbe costituire un elemento di continuità molto positivo; perché non riprendere l’art. 50 della Legge 35/2012 e cominciare a dare attuazione all’istituzionalizzazione delle reti di scuole quale soggetto gestionale sul territorio, in sostituzione dell’Amministrazione periferica del MIUR?

Sarà interessante vedere cosà succederà in Sicilia, dove le province sono già state abolite e entro la fine dell’anno dovranno essere sostituite da Consorzi di Comuni. Come si riorganizzerà l’amministrazione scolastica? La Sicilia potrebbe essere antesignana di una modalità di gestione del sistema di istruzione e formazione del tutto nuova, se solo volesse sfruttare i margini amplissimi di autonomia che lo Statuto del 1946 le concede.

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